martedì 26 novembre 2013

I copioni amorosi idealizzati (riflessioni dal e sul convegno "Discorso amoroso e psicoterapia")

L'amore è una faccenda complicata. Tutti i più grandi pensatori, filosofi, scrittori sin dai tempi di Socrate e Platone ne parlano e molte persone anche ne soffrono, a giudicare da quante si rivolgono allo psicologo o allo psicoterapeuta per i loro problemi nelle relazioni (e non solo col partner) e lo fanno perché ritengono che una relazione che stanno vivendo sia “malata” o comunque problematica. Ma perché è così importante l'amore? Perché molti ne soffrono? Questo post e i seguenti forniranno alcune considerazioni a riguardo, che possono essere viste come possibili letture per conoscersi meglio e auspicabilmente non mettere più in atto modi di rapportarsi agli altri poco adeguati.

Un primo punto da analizzare riguarda i copioni amorosi idealizzati e i felici autoinganni narrativi. Per capire come mai molte persone soffrono d'amore questi aspetti sono centrali. Ti starai chiedendo: cosa c'entrano i copioni con l'amore e che significa autoinganni narrativi? I copioni c'entrano eccome. Quando parlo di copioni intendo una serie di norme prefissate che regolano i rapporti amorosi e stabiliscono come comportarsi nelle relazioni. Non sono leggi scritte, ma sono implicite, legate alla nostra cultura occidentale e sono state tramandate attraverso le generazioni. La maggior parte di esse sono nate nell' '800, cioè nell'epoca del Romanticismo. Non è un caso che la nostra idea di romanticismo inteso come sensibilità, sentimentalismo, irrazionalità che prevale sulla razionalità, e illusioni è nata proprio in quel periodo, perché proprio allora si sono affermati questi valori come stile di pensiero, in arte, filosofia e letteratura.
Se concordiamo che i rapporti (amorosi e non) sono vincolati a queste norme implicite, la conseguenza è che tutto ciò che non appartiene a queste norme è spesso portatore delle difficoltà relazionali che si osservano in terapia, perché la norma ha dentro di sè un implicito riferimento al valore di giusto e di sbagliato: ciò che segue la norma è giusto, mentre ciò che non la segue è sbagliato. Chi incappa più o meno consapevolmente in questa deviazione dalla norma pensa che qualcosa non vada nella relazione e da lì nasce il problema.
Non solo: oltre a parlare di norme implicite, quando utilizzo il termine “copioni” mi riferisco anche a una serie di comportamenti, pensieri e modi di agire stereotipati che abbiamo appreso leggendo libri e guardando film e che più o meno consapevolmente riproduciamo nelle nostre relazioni. Molti film e romanzi riproducono l'idea di amore romantico costituito non solo da personaggi affascinanti, giovani, belli e tutti da scoprire, uomini della propria vita che spuntano all'improvviso e per caso con i quali scocca subito la scintilla, ma anche da cornici paesaggistiche del tipo spiagge tranquille al tramonto dove i due amanti si incontrano, mixate con opportune melodie a sottolineare i momenti passionali/romantici (si pensi alla colonna sonora di "Via col vento"). L'atto che più di tutti sancisce l'inizio di un amore nei film e nei libri è senza dubbio il bacio, per questo motivo si ha l'idea che bacio equivale ad amore, che l'amore inteso in questi termini di fisicità esiste solo quando si è giovani, che se non si è belli e affascinanti non si può avere un amore. Tutti questi elementi concorrono a costruire i copioni che le persone continuamente esposte a questo tipo di messaggi utilizzano per costruire le relazioni. Chi guarda un film o legge un libro spesso non si rende conto che queste trame sono frutto della complicità tra spettatore e regista (o tra lettore e scrittore) che mira a confermare un certo sistema simbolico, espressivo, di ruoli e relazioni basato sui valori prima menzionati. E se per caso le persone nella propria vita sperimentano condizioni diverse da quelle prescritte da questi copioni, possono nascere anche in questo caso dei problemi. Prendiamo per esempio chi a 30 anni afferma: “Dottore, sono preoccupata, perché alla mia età non ho ancora mai avuto un fidanzato. Forse c'è qualcosa che non va in me?”. Una frase del genere rispecchia il copione secondo il quale l'amore deve necessariamente sbocciare quando si è molto giovani.

Anche le relazioni sessuali seguono dei copioni analoghi, che in parte sono mutati nel tempo e in parte no: se ad esempio essere vergine fino a qualche decennio fa era considerata una virtù e un onore da conservare intatto unicamente per il proprio sposo o sposa (e ciò valeva soprattutto per le donne, perché invece all'uomo è sempre stato concesso un maggiore margine di libertà nelle relazioni), oggi il copione prevede che se non ci si concede entro pochi appuntamenti dopo il primo incontro con il partner, significa che qualcosa non va.  

I copioni in poche parole dettano i modi in cui ci si dovrebbe comportare, annullando tutte le differenze individuali e considerando negativo ciò che non vi appartiene. Bisogna chiarire pertanto che nelle relazioni non esiste a priori il giusto e lo sbagliato, esiste solo ciò che corrisponde a certi copioni e ciò che non vi corrisponde. Sta ad ognuno di noi decidere di impostare il proprio rapporto aderendo a determinati copioni, oppure aderendovi solo in parte o riscrivendone uno del tutto personale. Come professionista e come persona credo che sia opportuno salvaguardare la libertà personale di ciascuno nel voler vivere il proprio copione. Occorre tenere presente anche che a volte i problemi che emergono nelle relazioni sono frutto dell'utilizzo di copioni diversi tra le persone: idee e norme implicite diverse sui rapporti interpersonali portano frequentemente a conflitti, che possono finire con delle rotture definitive. Se si verifica quest'ultimo caso, spesso è perché i due partner sono rimasti ciascuno col proprio copione, dimenticando che stare insieme ad un'altra persona vuol dire vivere un rapporto in cui “l'altro mi altera” (Galimberti, 2004), e pertanto se davvero si vuole stare insieme occorre rivedere il proprio personale copione ed essere disposti entrambi a riscriverne uno nuovo concordandolo con l'altra persona. Il problema di molti rapporti è che questo tipo di accordo sul copione manca o è solo parziale, perché per insicurezza, per mancanza di fiducia nell'altro o per altri motivi siamo restii ad abbandonare le nostre personali idee e certezze che faticosamente ci siamo costruiti nel corso del tempo. Certo, non sempre questo si verifica: c'è anche chi conosce e decide di stare insieme con una persona che condivide il suo stesso copione. In ogni caso, porto un esempio estremo a sostegno dei problemi che possono insorgere in caso di copioni diversi: immaginiamo una ragazza che crede nel matrimonio e nella monogamia che si innamora di un playboy incallito. Lascio a te immaginare le conseguenze del loro rapporto se entrambi non sono disposti a modificare il loro copione. Se nessuno dei due modifica il proprio copione, è probabile che il rapporto giungerà alla conclusione. Leggendo questo esempio, se anche tu credi nel matrimonio, può darsi che avrai pensato che forse lei potrà "redimere" il play boy e convincerlo a diventare monogamico per vivere felici e contenti. Se invece non credi nella monogamia, può darsi che avrai pensato che, affinché le cose tra loro due vadano bene, il play boy dovrebbe convincere la ragazza dell'importanza della libertà e della varietà di esperienze relazionali che si possono avere nel corso della propria vita. Certe volte può funzionare che uno dei due convinca l'altro che le proprie idee sono le migliori. Tuttavia io sono convinta che occorre un cambiamento di prospettiva da parte di entrambi, un cambiamento di prospettiva che oltre tutto non dovrebbe rimanere immutato col passare degli anni, ma potrebbe cambiare nel tempo (così come nel tempo cambiano e si evolvono sia le persone sia le relazioni) se si vuole che l'amore duri. E nota bene: in questa storia ho utilizzato, oltre a quello del playboy e della monogamia, altri due copioni tipici della nostra cultura che condizionano le nostre aspettative sull'amore: l'amore eterno (dove dico “se si vuole che l'amore duri”) e l'happy ending, il finale felice, cioè il fatto che ci si aspetta che tra due persone le cose vadano sempre bene. Guarda caso molti film e libri si concludono con un lieto fine... questo tipo di copione condiziona in parte le nostre reazioni quando un amore finisce: quando lui o lei non ci vogliono più, piangiamo non solo perché lui o lei erano importanti per noi, al punto di essere diventati come una parte di noi, o perché pensiamo di non poter vivere senza quella persona, ma piangiamo anche perché ci aspettavamo l'happy ending e l'amore eterno. Il considerare le difficoltà come spunto per migliorarsi o la conclusione di un amore come il finale più plausibile in una storia dove i copioni delle due persone non combaciano, sembrano essere visioni poco diffuse, tuttavia io le ritengo plausibili e talvolta più funzionali per vivere le relazioni rispetto al classico happy ending dove i due stanno insieme a tutti i costi.

Un altro esempio copione ormai consolidato da diversi secoli in Occidente è quello del matrimonio e tutti i rituali ad esso collegati: dalla preparazione del matrimonio al servizio fotografico delle nozze, in cui l'imperativo ricorrente è quello di mostrare la propria felicità senza riserve in momenti prefissati della giornata (a casa dello sposo o della sposa prima della cerimonia, all'arrivo degli sposi in chiesa o in comune, nel percorso lungo la navata, al taglio della torta e così via). Il matrimonio è regolato anche giuridicamente dal codice civile. Secondo alcuni autori (ad esempio Salvini, 2013) tutto ciò rende l'atto del matrimonio poco spontaneo e molto artefatto, proprio perché governato da tutta una serie di norme e copioni. Ci si può sposare per diversi motivi, ma molti autori ritengono che tutti questi motivi siano riconducibili alla ricerca di sicurezze economiche, affettive e di status (ad esempio Galimberti, 2004). Inoltre “molti pensano che una relazione amorosa debba avere una progettualità e delle tempistiche ben precise, ma questa è un'illusione. Però di assenza di copioni si può anche morire, e questo lo sanno molto bene anche molte coppie che si annoiano da morire” (Salvini, 2013). Senza contare che in assenza totale di copioni si finirebbe per essere dei disadattati. Ecco perché non possiamo liberarcene del tutto ed ecco perché essi assumono un ruolo importante nel dirigere le nostre scelte e i nostri comportamenti. Inoltre, come afferma Stendhal: “La spontaneità è difficilissima”.

Riprenderò più avanti il tema del matrimonio quando scriverò il post relativo ai vincoli sociali e obblighi.
Il prossimo post sarà dedicato agli autoinganni narrativi.


Riferimenti bibliografici e non fin qui utilizzati:
Armezzani, M. (2013) Intervento al convegno "discorso amoroso e psicoterapia", Padova, 9 novembre 2013
Galimberti, U. (2004) Le cose dell'amore. Feltrinelli, Milano.
Salvini, A. (2013) Intervento al convegno "discorso amoroso e psicoterapia", Padova, 9 novembre 2013

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