lunedì 18 aprile 2016

Psicologia del tradimento - seconda parte

Nel precedente articolo (reperibile qui: psicologia del tradimento - prima parte) ho introdotto il tema del tradimento, la sua etimologia, elencato alcuni tipi di tradimento soffermandomi principalmente su quello fisico e sessuale di coppia, che è quello per cui più spesso le persone arrivano dallo psicologo. Ho riassunto le principali statistiche e dati sui tradimenti e le principali ragioni per cui qualcuno decide di tradire; ho infine descritto brevemente tre modi di tradire. Oggi parlerò del ruolo della persona tradita, dei sentimenti dell'amante, dei fattori psicologici che ruotano attorno al tradimento, del mito del "chi ama non tradisce" e di come superare un tradimento. Buona lettura!




5. Il ruolo della persona tradita e gli elementi psicologici che permettono al tradimento di avvenire 
Generalmente si ritiene che chi viene tradito sia una vittima, mentre il traditore gioca “la parte del cattivo” nella storia. Secondo Aldo Carotenuto, il traditore e il tradito sono complici di quanto accade. Se il tradito non smette di aggredire e il traditore non smette di fornire rassicurazioni si arriva prima o poi al disfacimento della coppia. Chi tradisce è talora vittima di colui che è stato ingannato. Quest’ultimo (che subisce) inconsapevolmente è corresponsabile, perché scaricando tutti gli aspetti negativi del rapporto sulle spalle di chi ha perpetrato l’inganno, facendosi giustiziere spinge l’altro al tradimento. Il tradimento è un’azione disonesta, di mancanza di rispetto. La fedeltà è un valore da perseguire, ma non deve essere dettata dalla paura di perdere l’altro, quanto dalla scelta di essere onesto (F. Nanetti, 2010). Mai dire: “Non tradirmi, starei troppo male”. Questo distrugge il rapporto. L’amore rende possibile il tradimento e il suo superamento. Il traditore seriale è spesso incapace di fondare la propria esistenza intorno ad un proprio centro interiore e ha la compulsione a riempire i vuoti con punti di riferimento esterni, inizialmente il partner, poi qualcos'altro, in una continua fuga da se stesso. Secondo alcuni autori, il suo problema è quindi il vuoto che sente dentro e la sensazione di inutilitá. mentre il traditore nega e scappa, perché non riesce a stare in ascolto di sé, il tradito pretende e attanaglia l’altro a causa della sua insicurezza e, d’altra parte, l’amante rincorre e sogna il mondo che non c’è. Nessuno dei tre, in definitiva, è presente a se stesso e nessuno è in grado di rimanere da solo, di fare i conti con la propria incapacità di bastare a se stesso. Il tradimento porta con sé un senso di perdita e di peccato che attanaglia la felicità delle coppie. Eppure il tradimento viene mantenuto, secondo Hillman (1990), da tre difese sbagliate
1) la negazione di ogni possibile percezione positiva dell’altro
2) il cinismo del tradito che mostra diffidenza , disprezzo verso l’altro e nel contempo collude con un nemico interno che gli impedisce definitivamente di vivere e di amare
3) il potere paranoico del tradito, che controlla il traditore con la diffidenza e il ricatto, chiedendo prove di devozione e fedeltà, chiedendo la sua sottomissione. In sintesi potremmo quindi affermare che il tradimento è un gioco relazionale, dove il traditore e la persona tradita contribuiscono entrambi a mantenere la possibilitá che uno tradisca l'altro/a. 


6. “Chi ama non tradisce”? 
Molte persone ritengono che se qualcuno ti tradisce, significa che non ti ama. Sebbene esistano coppie in cui il tradimento dove ci si ama e non ci si tradisce mai, la frase "chi ama non tradisce" può anche diventare un autoinganno, anche pericoloso, che consente di mantenere fiducia nell'amore puro, nella persona amata e idealizzata, e la filosofia del “per sempre”, tanto cara a registi e sceneggiatori di film a lieto fine. Ma è davvero cosí? Il piú delle volte no. Sebbene il pensiero del “chi ama non tradisce” permette piú facilmente di affrancarsi da un traditore, di ripartire da se stessi e di costruire una nuova storia dopo essere stati traditi, ma va detto anche che può diventare un'arma a doppio taglio nel momento in cui, rimanendo troppo attaccati a questa convinzione, non riusciamo a ricostruire una relazione o la fiducia nell'altro sesso quando veniamo traditi.
Inoltre, per molti, amore e tradimento rappresentano due strade che prendono binari diversi più spesso di quanto si pensi: nessuno può, infatti, dirsi totalmente buono/innamorato o totalmente cattivo/traditore. Che dire, per esempio, di quando incontriamo un nostro ex e ci abbandoniamo ai ricordi vissuti con lui? E quando incontriamo, magari all'insaputa, qualcuno che a noi piace ma non è gradito al nostro partner? E l'osservare qualche foto sui social network e lasciare commenti e apprezzamenti, più o meno ammiccanti, a qualcuno che ci piace ma non è il nostro partner? E che dire di quel sentimento mai confessato per qualcuno che sappiamo piacerci molto, nonostante siamo già impegnati? Non possono forse essere considerate anche queste forme di tradimento? Eppure questo non significa che abbiamo smesso di amare il nostro partner "ufficiale". Vi è persino il paradosso, talvolta, che per stare con qualcun'altro per mantenere le apparenze, si finisce per tradire se stessi. Tutti gli esempi che ho elencato sono piuttosto diffusi, ma non se ne parla quasi per nulla, sembra quasi essere una sorta di tabù, sempre per via della convinzione radicata e socialmente accettata del "chi ama non tradisce" e per via delle regole della monogamia e obbligo fedeltà ad un'unica persona, tipiche delle nostre culture occidentali, radicate da secoli nel nostro modo di pensare e comportarci.
Insomma, quello che vorrei ribadire è che la perfezione nelle relazioni non esiste e tutti noi, in quanto esseri umani, in un modo o nell'altro sbagliamo e ci autoinganniamo
Se poi guardiamo la questione dal punto di vista di chi tradisce, vediamo che spesso vi sono da parte sua il desiderio e la volontà di mantenere entrambe le relazioni, quella ufficiale e quella clandestina, e, se messo alle strette e interrogato sullo scegliere il partner iniziale oppure l'amante, chi tradisce il piú delle volte sceglie il partner iniziale, pur continuando a desiderare anche l'amante. Le statistiche ci dicono che sono poche le storie che si concludono con l'inizio di una nuova relazione alla luce del sole tra l'amante e il pregresso traditore. Solo nel caso in cui il pregresso traditore e la persona tradita abbiano problemi insormontabili, avviene che si lasciano e questo puó favorire il nascere di una nuova storia tra il traditore e l'amante. Ma ciò che conta, e che spesso non viene preso in considerazione in virtù della questione di principio della monogamia, è che molti traditori vorrebbero non dover scegliere, perché di fatto stanno bene in tutte le relazioni che hanno. 
Una precisazione: quanto ho appena scritto non va preso per una giustificazione al comportamento di chi tradisce nè tanto meno come un'incitazione a tradire. Il mio intento in questo paragrafo era quello di ricostruire le ragioni e i vissuti che ruotano attorno al tradimento, facendone comprendere la sua complessità, che non può essere semplicemente liquidata con l'espressione "chi ama non tradisce".

7. I sentimenti dell'amante 
Il piú delle volte e specie all'inizio di una nuova relazione, l'amante non sa che la persona amata abbia un'altra relazione ufficiale con qualcun'altro. Una volta scoperta la presenza della relazione ufficiale del traditore, le reazioni dell'amante possono essere diverse: c'è il desiderio di avere la persona amata tutta per sé e quindi il desiderio che il traditore lasci il/la suo/a partner ufficiale. Questo desiderio è legittimato dalle promesse della persona amata: “prima o poi lo lascio”, “sto con lei ma in realtá amo te”. Tali promesse si rivelano nella maggior parte dei casi bugie, dette all'unico scopo di tenersi vicino anche l'amante. Ecco allora che l'amante, per poter diventare finalmente l'unico partner esclusivo, aspetta pazientemente che il traditore lasci la moglie, il marito, il fidanzato… oppure per accelerare tale processo, l'amante tenta in alcuni casi di avvertire la persona tradita dell'avvenuto tradimento. In realtá la mossa di avvertire la persona tradita si rivela spesso inefficace: parlarne con la moglie, con il fidanzato della persona amata, spesso ha come unica conseguenza che il traditore non voglia piú aver a che fare con l'amante in quanto il traditore si sente tradito (paradossale ma vero!) dall'amante per aver oltrepassato i limiti di ció che è concesso fare a un amante, oppure ha anche come conseguenza che il partner ufficiale apra gli occhi, risolva i problemi e riaccenda la passione del traditore.  
In altri casi, quando l'amante scopre di essere tale, non accetta la situazione e tronca la storia clandestina con il traditore. Questo è possibile solo quando l'amante mette come prioritá i valori etici e morali e quando non cede alle false promesse e lusinghe del traditore
In altri casi ancora, l'amante non si fa problemi quando scopre di non essere il partner ufficiale, pensando: “se non è un problema per lui/lei tradire la propria moglie/marito/fidanzato, non vedo perché dovrebbe essere un problema per me”. In altre parole, in questo caso l'amante accetta di giocare con le regole stabilite dal traditore, regole che generalmente prevedono che l'amante debba rimanere nell'ombra. Quando l'amante accetta di giocare con le regole del traditore e di rimanere nell'ombra, è piú probabile che la storia clandestina duri piú a lungo, rimanendo tuttavia il più delle volte una relazione nell'ombra, cosa che può arrecare in alcuni casi anche dolore all'amante. 

8. E' possibile superare un tradimento e come? 
Quando avviene un tradimento, si aprono due strade davanti a noi: lasciar perdere definitivamente chi ci ha traditi oppure perdonarlo. Può aggiungersi una terza opzione, che è quella di tentare una di queste due vie e poi anche l'altra, qualora la prima scelta compiuta non sia risultata soddisfacente. Nessuna scelta è del tutto immutabile.
La scelta se perdonare o meno un tradimento è del tutto personale. Ogni persona, in base al legame che ha con la persona tradita, in base alla presenza o meno di figli, in base al fatto di voler mettere al primo posto se stesso/a oppure la coppia e la dimensione del noi, decide il da farsi.
Chi sceglie la prima opzione, dovrà fare i conti con la fine della relazione e con il ripartire da capo, questa volta da solo/a. E' importante che focalizzi la sua attenzione su se stesso/a e riparta da sè, per costruire una nuova vita.

Vorrei concentrarmi tuttavia sulla seconda opzione: il perdono, che può essere vista come una scelta più impegnativa, ma spesso vincente e soddisfacente se si fa tesoro dei propri errori. Quello che c'è da sapere quando si decide di perdonare è che la cosa piú difficile all'inizio è recuperare la fiducia nella persona che ci ha tradito e contemporaneamente recuperare l'idea di sé come persona di valore, dato che appena si viene traditi, si viene anche svalutati dalla persona che un tempo diceva di amarci. Chi accetta di perdonare sta offrendo una nuova possibilitá a chi ha tradito di riscattarsi e di ripartire da capo. È come una nuova storia che riparte, ma con maggiori consapevolezze: le consapevolezze degli errori del passato. In altre parole, per ricominciare entrambi devono essere consapevoli degli errori commessi (aver trascurato? Aver dato per scontata la relazione? Essersi fatti coinvolgere da qualcuno che semplicemente ha fatto delle avances?) e far tesoro di quegli errori per ricominciare. Il traditore che comprende i propri errori, che si impegna per non ricommetterli, trarrá nuova linfa dalla nuova possibilitá di ricominciare che gli viene concessa dal perdono.  
Una coppia che ricomincia dopo un tradimento dovrebbe almeno capire le ragioni per cui il tradimento è avvenuto. Solo cosí sará possibile comprendere gli errori che hanno minato la relazione (se ce ne sono stati) ed evitare di ricommetterli in futuro. È altresí utile che vi sia comunicazione tra i due partner, nel dirsi le cose che non vanno, quelle che si vorrebbero, ció che dovrebbe cambiare. Per prevenire il tradimento qualcuno sostiene che sia anche utile parlare delle nuove simpatie che si provano per il potenziale amante e confessare all'altro ogni pensiero di desiderio diretto ad altre persone esterne alla coppia: questo perché il tradimento raramente si verifica subito al primo incontro con una persona, ma è prima immaginato, pensato, e talvolta pianificato ogni volta che si incontra il potenziale amante e ogni volta che questi nuovi sentimenti crescono all'insaputa del partner “ufficiale”. Tuttavia tale confessione potrebbe anch'essa minare la fiducia perfino più di un tradimento concreto, quindi occorre valutare bene se l'altro è in grado di accogliere questa notizia oppure se è preferibile risolvere la questione tra sè e sè. 
Puó essere anche utile ricordarsi dei sentimenti che ci dava inizialmente il nostro partner ufficiale, per cosa ci è piaciuto e ricostruire l'atmosfera gioiosa dei primi tempi, apprezzando i pregi dell'altro e accettandone i difetti. 
Un'indicazione utile è anche quella di evitare i comportamenti elencati al paragrafo 5 da Hillman. 
Quali suggerimenti per chi si trova invece nella posizione dell'amante? Anche qui le scelte sono molteplici. Puó accettare la posizione di amante e stare al gioco, accettando le regole del traditore oppure puó tirarsi fuori dal gioco, ripartendo da se stesso, trovando accezioni positive nella solitudine oppure trovando una nuova storia con qualcun'altro che non preveda la presenza di una terza persona
In conclusione si potrebbe affermare, come sostiene Franco Nanetti, che amare solo quando si è certi che non si sarà traditi significa essere estranei alla vita reale e che nulla può proteggerci dall’ambivalenza e dall’inganno. L’amore maturo accetta il mistero dell’altro, la sua libertà di sentire, di essere e scegliere, pur desiderando la fedeltà nella reciprocità.

E voi cosa ne pensate? Avete altri suggerimenti per superare un tradimento? Scriveteli nei commenti.

Fonti:


Carotenuto, A. (2000) Amare tradire, Bompiani
De Bac, M. (2006), Fedeli solo tre coppie su dieci, Mondadori
Hillman, J. (1967) Saggio sul tradimento, In Puer aeternus ED
Nanetti, F. (2010) Gli itinerari dell'amore e della passione, Pendragon
Nardone, G. (2014) L'arte di mentire a se stessi e agli altri, Ponte alle Grazie
Rossi, M.: identikit del traditore
State of mind: Psicopatologia del tradimento
Volo, F. (2011) Le prime luci del mattino, Mondadori

giovedì 7 aprile 2016

Psicologia del tradimento - prima parte


Quoque tu, Brute, fili mi?”: in questo modo Giulio Cesare si rivolse al figlio Bruto, accorgendosi che anche il figlio era presente quando Cesare fu consegnato ai congiurati per essere ucciso.

"«In verità io vi dico, uno di voi mi tradirà». Ed essi, addolorati profondamente, incominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha intinto con me la mano nel piatto, quello mi tradirà. Il Figlio dell'uomo se ne va, come è scritto di lui, ma guai a colui dal quale il Figlio dell'uomo viene tradito; sarebbe meglio per quell'uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l'hai detto»."  
(Vangelo secondo Matteo, 26:21-25)

A partire dalla storia, continuando nella religione, passando per il mito (quante volte Zeus tradí Era?) per arrivare ai tradimenti dei giorni nostri. Cosa significa tradire? Perché lo si fa? Ci sono caratteristiche ricorrenti che permettono di identificare un traditore? Che ruolo ha la persona tradita nel far sí che il tradimento avvenga? Quali comunicazioni, pensieri e azioni mantengono il tradimento? “Chi ama non tradisce”? Come si sente l'amante? È possibile perdonare un tradimento e come? Ne parliamo in parte oggi e in parte la prossima settimana in questo articolo e nel prossimo.
 


1. Etimologia
L'etimologia della parola tradire è latina: deriva da tradĕre ( dal'unione del prefisso tra- cioè oltre + dare cioè consegnare) = consegnare (ai nemici). Quindi, in origine, il tradimento era un fatto appartenente all'ambito militare. Successivamente il termine si estese anche ad altri ambiti fino ad assumere il significato odierno, conservando generalmente quel senso fortemente negativo e dispregiativo: tradire significa in genere, mancare di fedeltà, ma a seconda dell'uso, assume sfumature differenti: 
- se riferito alla vita coniugale significa essere infedeli (sessualmente);
  - se riferito ad un'ideologia, un partito significa rinnegare, essere un "voltagabbana";
- se riferito ad una religione significa abiurare, essere apostata;
- se riferito al significato, all'interpretazione di un fatto significa falsare, travisare;
- se riferito allo sguardo o ad una espressione emotiva significa esprimere, svelare, far trapelare.

Quando si parla tradimento, oggi nelle societá occidentali ci riferiamo principalmente all'ambito amoroso, anche se esistono altri tipi di tradimento: puó essere considerato traditore anche un figlio che dice alla mamma di aver preso un bel voto e invece va male a scuola, o un genitore che si ripromette di dar ascolto ai figli e poi gli compra un giocattolo per farlo stare zitto. Puó essere considerato traditore chi si inventa scuse per non vedere persone che si reputano antipatiche o fastidiose,mentre si sorride davanti a loro. Potremmo essere considerati traditori quando andiamo contro ai nostri desideri, dimenticando le nostre esigenze per far contento qualcun'altro… ci sono miliardi di tradimenti, anche di coppia diversi da quello sessuale, per esempio puó essere considerato tradimento anche il desiderare di fare l'amore con qualcuno che non è il proprio partner o il confidare le proprie difficoltá di coppia a un'amica invece che alla propria fidanzata, o il crogiolarsi nella nostalgia quando si rivede un ex, ma di questi tradimenti non si parla spesso. In ogni caso sembra che oggi la forma piú devastante e meno tollerata attualmente sia proprio il tradimento di coppia quando prevede attivitá sessuali con una terza persona, ed è proprio in seguito a tali tradimenti nella coppia che in alcuni casi le persone arrivano dallo psicologo, per cui in questo articolo mi concentreró su quest'ultimo.

2. Alcune statistiche sui tradimenti  
Parlando di tradimento amoroso, le statistiche segnalano che almeno una coppia su tre è incorsa in almeno un tradimento nella sua vita, ma altre statistiche sostengono che il tradimento puó aumentare fino a 7 coppie su 10, specie nelle grandi cittá e soprattutto nella fascia di etá compresa tra i 35 e i 45 anni. In altre parole, sarebbero solo 3 su 10 le coppie veramente fedeli in assoluto. Non so voi, ma a me questo dato ha un po' sorpreso, forse perché tra chi conosciamo e chi sta intorno a noi non se ne parla cosí spesso. Ogni coppia tende a mostrare agli altri i lati positivi della propria relazione, molto meno i problemi, che si preferisce condividere con persone fidate o nascondere completamente, per la logica “i panni sporchi si lavano in casa”. In ogni caso il dato secondo me sorprendente è che il tradimento sembra quasi essere piú consueto e diffuso rispetto alla fedeltá! Tornando alle statistiche: l'80% dei tradimenti viene in genere scoperto, ma nel 70% di essi la relazione continua nonostante il tradimento. Secondo De Bac, questo stare insieme nonostante il tradimento sarebbe da attribuirsi al fenomeno della dipendenza affettiva, cioé al bisogno di avere qualcuno accanto, per la propria sicurezza, per avere conferme, per evitare la solitudine. Lo stare insieme nonostante il tradimento secondo le statistiche avviene maggiormente se si tratta di coppie consolidate, che stanno insieme da lunga data ed è ancor piú vero per le coppie sposate e/o con figli.
 
3. Perché si tradisce?  
Le motivazioni piú frequenti sono: 
- problemi nella coppia preesistente; 
- sentirsi trascurati dal partner;
- per vendetta (ad esempio per ripagare con la stessa moneta un partner che ci ha precedentemente tradito);
- per evadere dalla routine e dalla noia;
- per il desiderio di trasgredire e di provare nuove emozioni;
- avere la sensazione che il nostro partner attuale non ci dá tutto ció di cui abbiamo bisogno;
- sentirsi soli e non capiti dal proprio partner;
- per il piacere della conquista iniziale;
- per ravvivare un rapporto appiattito.

 Il tradimento puó anche non essere pianificato: si conosce per caso (per lavoro, per hobby, durante un evento organizzato da altri ecc) una persona che ci attira per qualche motivo, ci si sente bene con lei, ci si sente completati di qualcosa che il nostro partner non è in grado di darci, ci si sente bene perché si ha l'impressione che quella persona ci faccia dimenticare gli eventuali problemi col partner e ci si fa prendere da questi sentimenti di benessere, quasi dimenticando di essere impegnati con qualcun'altro.  

Condizioni fondamentali che permettono al tradimento di realizzarsi sono anche il fatto che si preferisce non affrontare i problemi preesistenti e un progressivo allontanamento, fisico, emotivo e/o comunicativo dal proprio partner, che dá la sensazione di non poter parlare liberamente degli eventuali problemi della coppia preesistente, e che ci porta a non parlare dell'importanza progressiva che sta acquisendo per noi la nuova persona conosciuta e che ci attira. Secondo alcune ricerche, anche l'esempio dei genitori e l'educazione ricevuta in famiglia possono contribuire a rendere piú probabile un tradimento: chi ha visto uno dei propri genitori tradire, sará piú propenso a fare altrettanto. Anche i valori trasmessi possono giocare un ruolo fondamentale: chi pratica e vive secondo i dettami della religione cattolica, per esempio, è meno probabile che incorra in un tradimento.

4. Tre possibili identikit del traditore
 Secondo Marco Rossi, psichiatra e sessuologo, i traditori possono essere riassunti in tre categorie: il traditore seriale, il traditore frequente e il traditore occasionale.  
a) Il traditore seriale: è una persona dalle due vite parallele, quello che facilmente partecipa a due pranzi a Natale. Le due vite sono ben organizzate, una delle quali è però nascosta. Generalmente ha un’amante stabile, ma può averne anche diverse. Da un punto di vista psicologico è il classico individuo dalla doppia vita, eterno insoddisfatto, che cerca di riempire il proprio vuoto senza però riuscirci. Generalmente i suoi tradimenti non vengono scoperti, grazie alla sua ottima organizzazione.  

b) Il traditore frequente: tradisce con difficoltà, ma in maniera abbastanza assidua. Fatica nella gestione del tradimento e nell’organizzazione di quanto ne consegue, non è sistematico come il traditore seriale. Da un punto di vista psicologico è insicuro e cerca di compensare la propria incertezza attraverso nuove conquiste. Ha bisogno di sentirsi valido, attraente e interessante.
 
c) Il traditore occasionale: una persona che se tradisce una volta, pensa che non lo rifarà una seconda (ma a volte gli ricapita). Da un punto di vista psicologico fatica a tirarsi indietro se stimolato con delle avances di qualcun'altro.
Queste categorie oggi valgono per gli uomini, ma anche per le donne. Esse anni addietro tradivano quando si innamoravano di un altro, oggi invece non hanno comportamenti così diversi dal sesso maschile in fatto di tradimento.
 
Cosa ne pensate degli argomenti introduttivi sul tema del tradimento? Nel prossimo articolo entreró nel vivo del tema, raccontando come anche la persona tradita puó contribuire a generare il tradimento, il gioco relazionale e comunicativo che si crea tra tradito e traditore, quali pensieri, comportamenti ed azioni mantengono il tradimento, il ruolo dell'amante e di come è possibile perdonare e ripartire dopo un tradimento. Restate sintonizzati ;)


Fonti:
Sacra Bibbia, Vangelo secondo Matteo
Carotenuto, A. (2000) Amare tradire, Bompiani
De Bac, M. (2006), Fedeli solo tre coppie su dieci, Mondadori
Hillman, J. (1967) Saggio sul tradimento, In Puer aeternus ED
Nanetti, F. (2010) Gli itinerari dell'amore e della passione, Pendragon

Nardone, G. (2014) L'arte di mentire a se stessi e agli altri, Ponte alle Grazie
Rossi, M.: identikit del traditore
State of mind: Psicopatologia del tradimento
Volo, F. (2011) Le prime luci del mattino, Mondadori