In un periodo in cui per alcune persone risulta sempre più difficile trovare un partner e costruire una relazione che duri tutta la vita, non stupisce il successo di alcuni programmi tv che propongono ai partecipanti un aiuto per trovare l' "anima gemella". Viste le ricerche infruttuose avvenute nella vita di tutti i giorni, alcuni singles si sono detti: "Tentiamo anche questa, chiediamo un aiuto anche alla tv per trovare una persona con cui stare".
Un programma tv uscito un po' di tempo fa si è posto proprio questi obiettivi e ruotava dichiaratamente intorno a questa domanda: "Un matrimonio combinato dalla scienza può essere la soluzione per trovare il vero amore?".
Prima di fornire la risposta a questa domanda vi racconterò in cosa consisteva il programma e analizzerò gli aspetti sottostanti a una domanda posta in questo modo. Infine fornirò la mia personale risposta alla domanda posta nel titolo di questo articolo.
Come funzionava il programma?
Sono stati fatti dei casting per un programma. Nei casting veniva spiegato che l'obiettivo del programma era trovare l'anima gemella a chi era single. Tre esperti psicologi e sociologi hanno spiegato che chi acconsentiva a partecipare, avrebbe conosciuto l'anima gemella soltanto il giorno del proprio matrimonio e si sarebbe trattato di un matrimonio a tutti gli effetti, con regolare documentazione firmata. La persona che avrebbero trovato all'altare sarebbe stato qualcuno individuato e scelto dai tre esperti tra i partecipanti al programma, sulla base di una serie di test e colloqui effettuati con tutti i partecipanti. Tali test e colloqui erano orientati a stilare un profilo di personalità dei partecipanti, delineando non solo abitudini, modalità di porsi, modi di pensare e atteggiamenti, ma anche i criteri di preferenza per poter dire che una persona risultava attraente agli occhi di ciascun partecipante. I vari profili di personalità così ottenuti sono stati confrontati dagli esperti, che hanno formato alcune coppie sulla base di una compatibilità desunta dalle similitudini che emergevano nei test di personalità.
Sono stati fatti dei casting per un programma. Nei casting veniva spiegato che l'obiettivo del programma era trovare l'anima gemella a chi era single. Tre esperti psicologi e sociologi hanno spiegato che chi acconsentiva a partecipare, avrebbe conosciuto l'anima gemella soltanto il giorno del proprio matrimonio e si sarebbe trattato di un matrimonio a tutti gli effetti, con regolare documentazione firmata. La persona che avrebbero trovato all'altare sarebbe stato qualcuno individuato e scelto dai tre esperti tra i partecipanti al programma, sulla base di una serie di test e colloqui effettuati con tutti i partecipanti. Tali test e colloqui erano orientati a stilare un profilo di personalità dei partecipanti, delineando non solo abitudini, modalità di porsi, modi di pensare e atteggiamenti, ma anche i criteri di preferenza per poter dire che una persona risultava attraente agli occhi di ciascun partecipante. I vari profili di personalità così ottenuti sono stati confrontati dagli esperti, che hanno formato alcune coppie sulla base di una compatibilità desunta dalle similitudini che emergevano nei test di personalità.
Una volta che le coppie sono state scelte e formate dagli esperti, i partecipanti selezionati sono stati informati del giorno del loro matrimonio e si sono recati ad esso senza sapere chi avrebbero trovato. Avrebbero avuto poi cinque settimane di tempo per stare insieme come marito e moglie, anche vivendo sotto lo stesso tetto. Al termine delle cinque settimane avrebbero dovuto decidere se continuare il matrimonio oppure firmare le carte del divorzio.
Gli esperti hanno dichiarato che questo programma rappresentava un esperimento sociale per capire se la scienza potesse creare un matrimonio riuscito tra due sconosciuti.
La domanda del programma e le sue criticità
Vorrei soffermarmi su quattro parti della domanda posta dal programma, ovvero "matrimonio combinato", "combinato dalla scienza", "soluzione" e "vero amore".
1) "Matrimonio combinato": l'idea del matrimonio combinato richiama alla memoria l'antica usanza di combinare i matrimoni, usanza in vigore fino a 150 anni fa circa e poi gradualmente sparita. In passato si combinavano matrimoni per motivi politici (ad esempio per suggellare alleanze tra vari Paesi), per garantirsi una posizione sociale di prestigio, per fare sì che il proprio figlio o figlia fosse legato a qualcuno del suo stesso ceto sociale e non con una situazione economica inferiore, cosa che avrebbe screditato la reputazione dell'intera famiglia. A quel tempo il matrimonio non era un fatto personale, del singolo, ma era una questione che coinvolgeva gli interessi dell'intera famiglia. Se in passato i giovani acconsentivano ai matrimoni combinati era proprio per adempiere agli obiettivi della famiglia e per tutelare gli interessi famigliari. Oggigiorno il matrimonio non è più visto con questa accezione, oggi il matrimonio è inteso come scelta libera del singolo, una scelta di amore e non di costrizione. Non si capisce allora perché gli autori del programma abbiano voluto organizzare incontri proprio iniziando dal matrimonio, utilizzando una convenzione anacronistica e poco aderente alla realtà attuale. Forse perché se l'esperimento fosse riuscito, questo avrebbe confermato il potere della scienza e la presunzione dei professionisti di sapere chi è meglio per chi, alla luce dei loro studi? Oltre tutto oggi le nostre convenzioni prevedono che prima di sposarsi ci sia un periodo di frequentazione, durante la quale le due persone hanno modo di conoscersi e capire se è possibile costruire qualcosa insieme. Partire alla rovescia, dal matrimonio e non dalla conoscenza, sembra fin troppo provocatorio e fuori luogo. Personalmente avrei preferito che gli esperti avessero detto: "Noi abbiamo individuato per voi una rosa di potenziali partner. Iniziate a conoscerli e poi decidete voi se volete stare con qualcuno di loro e sposarvi".
2) "Combinato dalla scienza": affidandosi a un matrimonio combinato dalla scienza nasce un problema, ovvero la deresponsabilizzazione. Ci si fida della scienza perché la si ritiene infallibile, ma rimane il fatto che se qualcuno sceglie un partner per noi, siamo meno disposti a prenderci delle responsabilità e anche ad impegnarci per far funzionare le cose. La domanda sottostante e inconsapevole che ne deriva è questa: "Perché dovrei impegnarmi per una persona che non ho neppure scelto io?". Questo si traduce in atteggiamenti che non vanno nella direzione di mantenere la coppia creata, ma di distruggerla. Questo aspetto era evidente nei comportamenti di alcuni partecipanti del programma che pareva non accettassero la persona con cui stavano, non sapevano risolvere al meglio i conflitti di coppia e non accettavano le responsabilità che il ruolo di coniuge comporta.
Oltre tutto i criteri della scienza in questo caso non sono infallibili, perché i test di personalità utilizzati nel programma delineano un profilo in maniera generale, si tratta di atteggiamenti che la persona mette in atto nella maggior parte delle occasioni quando è da solo, non quando è in coppia. Non si tiene conto del fatto che vi sono anche situazioni che scaturiscono nella quotidianità della coppia, situazioni in cui ognuno di loro reagisce in modo diverso rispetto a quanto emerso dal test di personalità e in modo diverso rispetto al partner, per cui non si crea l'accordo ma invece si genera un conflitto. Sembra che gli esperti abbiano formato le coppie tenendo conto più che altro di eventuali similitudini in situazioni generali, ponendosi solo superficialmente la domanda di come si sarebbero comportate le coppie nel caso di inevitabili conflitti (conflitti che peraltro tutte le coppie hanno). A mio avviso avrebbe avuto più senso organizzare degli incontri finalizzati ad informare le coppie su come affrontare eventuali momenti di criticità e conflitto, cosa che è stata fatta pochissimo dagli esperti. Non è chiaro poi se gli esperti abbiano fatto un'indagine anche delle aspettative e degli obiettivi personali nei confronti della relazione che i partecipanti avevano nell'accettare di prendere parte all'esperimento. Se non vi è condivisione di obiettivi e aspettative, a mio avviso si va poco lontano come coppia. Seppur sono consapevole del fatto che le esigenze televisive richiedano molte semplificazioni sul ruolo della scienza nelle relazioni, in ogni caso tali semplificazioni non giustificano le premesse del programma, che trovo piuttosto inadeguate alle relazioni odierne.
3) "Soluzione": le persone quando iniziano ad avere più di trent'anni si sentono già in una situazione di criticità e di problematicità quando vedono di essere singles mentre i loro amici e amiche sono tutti felicemente sposati o fidanzati. Se si mette in questa domanda la parola "soluzione" non si fa altro che sottolineare il fatto che essere single è negativo e problematico, mentre essere in coppia è la situazione ideale. Ma chi l'ha detto che debba essere per forza così? E se si smettesse di fare paragoni e ci si iniziasse a chiedere come si può vivere bene anche da single, non sarebbe meglio?
4) "Vero amore": cosa voglia dire vero amore, di preciso non si sa. Se si chiede a ogni persona cosa sia il vero amore, probabilmente otterremmo infinite risposte diverse e tutte ugualmente valide. Dunque di quale vero amore stiamo parlando in questo programma? Forse ancora una volta di quello che gli esperti definiscono tale secondo le loro categorie? Inoltre: il fatto che esista un vero amore, implica il fatto che ci sia anche un "falso amore"? Il falso amore è per caso possibile identificarlo con le relazioni che si sono concluse? Quindi le relazioni concluse non contano e la perfezione è solo quella dell'amore che si concretizza in un matrimonio? Eppure anche le relazioni finite male ci servono per imparare qualcosa, quindi forse sarebbe opportuno non sminuirle. Ancora una volta questa visione mi sembra un po' riduttiva e semplicistica.
Alla luce dell'analisi della domanda, mi sembra che ci troviamo davanti a una domanda mal posta, che trasuda criticità e deresponsabilizzazione. Per questi motivi ritengo la domanda fuorviante.
La mia risposta a una domanda posti in questi termini
No, la scienza non può pretendere di combinare due persone e di formare una coppia duratura senza tenere conto delle esigenze, aspirazioni di ciascuno e senza tenere conto dell'imprevedibilità e unicità che scaturisce dall'incontro di due persone diverse. Una scienza che si illude di poter prevedere tutto e di poter decidere per gli altri, a mio avviso è solo una scienza che si autocompiace di se stessa. Il programma mi dà l'impressione che l'obiettivo reale non fosse quello di aiutare alcune persone a trovare qualcuno con cui stare, ma piuttosto dimostrare le capacità della scienza e fin dove essa possa arrivare. Peccato che se gli esperti pensano solo ad autoaffermarsi e non pensano alle esigenze degli altri, perdono di vista proprio la cosa più importante, e cioè il benessere degli altri, cosa che per uno psicologo dovrebbe essere sempre al primo posto. Tra l'altro la scienza in questo programma ci fa proprio una magra figura, visto che nessuna delle coppie formate ha deciso di rimanere insieme alla fine delle cinque settimane di prova.
No, la scienza non può pretendere di combinare due persone e di formare una coppia duratura senza tenere conto delle esigenze, aspirazioni di ciascuno e senza tenere conto dell'imprevedibilità e unicità che scaturisce dall'incontro di due persone diverse. Una scienza che si illude di poter prevedere tutto e di poter decidere per gli altri, a mio avviso è solo una scienza che si autocompiace di se stessa. Il programma mi dà l'impressione che l'obiettivo reale non fosse quello di aiutare alcune persone a trovare qualcuno con cui stare, ma piuttosto dimostrare le capacità della scienza e fin dove essa possa arrivare. Peccato che se gli esperti pensano solo ad autoaffermarsi e non pensano alle esigenze degli altri, perdono di vista proprio la cosa più importante, e cioè il benessere degli altri, cosa che per uno psicologo dovrebbe essere sempre al primo posto. Tra l'altro la scienza in questo programma ci fa proprio una magra figura, visto che nessuna delle coppie formate ha deciso di rimanere insieme alla fine delle cinque settimane di prova.
Uno degli esperti intervistati ha spiegato che era opportuno che fossero gli esperti a scegliere le coppie da formare perché spesso le persone credono di sapere cosa vogliono ma in realtà non sanno davvero di cosa abbiano bisogno, per questo iniziano relazioni destinate a fallire già in partenza. Anche quest'affermazione sottintende la presunzione che gli esperti pensino di sapere ancora meglio della persona stessa ciò di cui lei ha bisogno, tralasciando però un aspetto fondamentale: in una coppia non conta solo sapere di cosa ha bisogno il singolo, conta molto di più affinare le sue capacità di comunicazione con il partner, le strategie di risoluzione dei problemi che possono nascere nella coppia e le capacità di adattamento. Tali aspetti nel programma apparivano solo sullo sfondo molto in lontananza, quando invece si tratta di elementi essenziali.
Ci può essere un modo migliore di formulare la domanda?
Sì. Si sarebbe potuto dire: "Può la psicologia essere di supporto alla coppia nella scelta del partner e nel riuscire a mantenere una relazione?". Se la domanda fosse stata posta in questi termini, la mia risposta sarebbe stata assolutamente sì, la psicologia può essere di supporto alle finalità di ogni individuo, la psicologia può formulare proposte, far emergere risorse, affinare strategie, senza però sostituirsi alla persona nelle sue scelte. Ma quello che si crea nell'incontro tra due persone è unico, imprevedibile. In altre parole la compatibilità emersa dai test può essere un punto di partenza per suggerire le potenzialità di una coppia che sta bene insieme, ma il come vivere una relazione dipende da ciascuna coppia e sta nell'unicità di ogni incontro.
Sì. Si sarebbe potuto dire: "Può la psicologia essere di supporto alla coppia nella scelta del partner e nel riuscire a mantenere una relazione?". Se la domanda fosse stata posta in questi termini, la mia risposta sarebbe stata assolutamente sì, la psicologia può essere di supporto alle finalità di ogni individuo, la psicologia può formulare proposte, far emergere risorse, affinare strategie, senza però sostituirsi alla persona nelle sue scelte. Ma quello che si crea nell'incontro tra due persone è unico, imprevedibile. In altre parole la compatibilità emersa dai test può essere un punto di partenza per suggerire le potenzialità di una coppia che sta bene insieme, ma il come vivere una relazione dipende da ciascuna coppia e sta nell'unicità di ogni incontro.
Alla luce delle considerazioni che ho scritto, se guardate questo programma consideratelo un mero programma di intrattenimento, un modo per passare il tempo, perché non è niente di più di questo.
E voi cosa ne pensate dei matrimoni combinati dalla scienza? Se vi va, scrivetelo nei commenti.
E voi cosa ne pensate dei matrimoni combinati dalla scienza? Se vi va, scrivetelo nei commenti.
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